Data pubblicazione: 2011-04-02
In sala al Tiff Bell Lightbox Salvatore. Questa è la vita e La bella società
di ELENA SERRA
TORONTO – Ha ripercorso la sua carriera ed ha offerto al pubblico aneddoti curiosi, Gian Paolo Cugno, il regista e sceneggiatore siciliano che giovedì sera ha incontrato il pubblico di Toronto. L’evento ha preceduto la proiezione dei suoi due film – Salvatore. Questa è la vita (2006) e La bella società (2010) – che avrà luogo oggi al Tiff Bell Lightbox.
La conferenza stampa aperta al pubblico si è svolta all’Istituto italiano di Cultura in collaborazione con l’Altra Italia Association, ed il Toronto International Film Festival, che hanno invitato Cugno in occasione del Weekend in Italy Film Series, al quale partecipa anche il film di Daliele Lucchetti La nostra vita.
«Finalmente sono arrivato anche a Toronto – ha esordito il regista di Pachino, in provincia di Siracusa – conosco molte persone che sono emigrate in Canada, e ho tanti souvenir della città portati appunto da chi tornava in Italia per le vacanze». Gian Paolo Cugno ha ripercorso il suo percorso artistico, dal suo amore di bambino per le storie al suo trasferimento a Roma ed il sì della Disney Italia per la produzione della sua opera prima. «E pensare che ho iniziato a lavorare sui set come aiutante, spesso portavo l’acqua, ed una volta mi hanno anche dimenticato a largo e sono dovuto remare da soli fino a riva – racconta il regista – Ma queste esperienze mi hanno permesso di arrivare sul set molto ben preparato tecnicamente». Anche in quel momento Cugno racconta di non aver detto a tutti di questa eccezionale produzione: «Salvatore. Questa è la vita è stato girato nel mio paese. Pensate che io non l’avevo neanche detto a mia madre, la quale un giorno mi ha detto “Hai visto, stanno girando un film!”. Poi mi ha visto un giorno sul set, e per farmi perdonare ho dovuto farla sedere sulla sedia da regista».
Entrambe le sue due pellicole sono girate in Sicilia – La bella società si svolge in parte a Toronto – ma Cugno ha ribadito la sua volontà di raccontare la sua terra in maniera diversa, allontanandosi dal folclore dell’immaginario collettivo, spesso rappresentato da registi come Tornatore.
Parlando della situazione del cinema italiano, e soprattutto dei giovani registi, Cugno sostiene che «non vi è più la possibilità di esercitarsi, e quindi di imparare. Oggi i produttori di chiedono il successo subito, ti concedono una sola cartuccia e se non sbanchi i botteghini non avrai un’altra possibilità». Ma questo, prosegue il regista, non è il modo giusto per creare buon cinema.
A chi gli chiede cosa pensa del digitale, confessa che «un paio di giorni fa la mia risposta sarebbe stata molto diversa. Sono sempre stato molto scettico verso il digitale ed affezionato al vecchio modo di fare cinema. Ma da pochissimo ho fatto delle riprese con una camera digitale, e devo dire che ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. La qualità è eccezionale, ed è un ottima soluzione per abbattere i costi. In più, visto che il mio è stato un invito all’ultimo momento, ho portato con me la copia di La bella società, ed era così pesante che ho dovuto farmi aiutare. Non posso quindi escludere che il mio prossimo film sarà girato in digitale».
E sempre parlando di futuro, Gian Paolo Cugno non esclude un film sugli italiani all’estero: «Potrei intitolarlo L’altra Italia».
Salvatore. Questa è la vita (2006) e La bella
società (2010), di Gian Paolo Cugno saranno proiettati oggi al Tiff Bell Lightbox di Toronto (350 King Street West) rispettivamente alle
12.30 pm e alle 7.30 pm.
Indirizzo pagina originale: http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=107524