Made in Italy
DIAZ – DON’T CLEAN UP THIS BLOOD
Director: Daniele Vicari
Cast: Elio Germano, Claudio Santamaria, Renato Scarpa, Rolando Ravello, Alessandro Roja, Jennifer Ulrich, Monica Barladeanu, Aylin Prandi, Paolo Calabresi
Plot
A film inspired by the events that took place in Genoa during the G8 in 2001, when 300 police officers and 70 special agents raided the Diaz school looking for demonstrators.
Inside the school were 90 activists, mostly students from around Europe along with a handful of foreign reporters. As the police burst in, the young demonstrators raised their hands in surrender. Undeterred and unmoved, the police unleashed a calculated frenzy of violence.
“The most serious suspension of democratic rights in a Western country since the Second World War” – Amnesty International.
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Daniele Vicari
Vicari has worked as a film critic with several magazines while taking his first steps into the world of cinema as director of feature films such as Partigiani, Velocità massima, which won the David di Donatello for Best First Feature Film, L’orizzonte degli eventi, and Il passato è una terra straniera. He has also directed documentaries: Bajram, Comunisti, Uomini e lupi e Sesso marmitte e videogames and Il mio paese, for which he won another David di Donatello for Best Documentary.
Trama
Ispirato ai fatti realmente accaduti a Genova durante il G8 nel 2001, quando 300 poliziotti e 70 agenti di un reparto speciale fecero irruzione nella scuola Diaz in cerca di manifestanti.
All’interno della scuola c’erano 90 attivisti, in gran parte studenti provenienti da tutta Europa insieme ad una manciata di giornalisti stranieri. Mentre la polizia fa irruzione, i giovani manifestanti alzano le mani per arrendersi. Imperterrita e impassibile, la polizia scatena una violenza calcolata.
« La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale» – Amnesty International.
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Daniele Vicari
Ha collaborato in qualità di critico cinematografico con varie riviste muovendo contemporaneamente i primi passi nel mondo del cinema, come autore di lungometraggi: Partigiani, Velocità massima, vincitore del David di Donatello per la migliore opera prima, L’orizzonte degli eventi, Il passato è una terra straniera. È anche autore di documentari: Bajram, Comunisti, Uomini e lupi e Sesso marmitte e videogames, Il mio paese, grazie al quale vince nuovamente un David di Donatello, come miglior documentario.